Alluce rigido

L'alluce rigido è l'esito di un processo degenerativo a carico dell'articolazione metatarso falangea del primo raggio. L'alluce perde la mobilità incapace di flettersi (indossare scarpe con tacco) ed estendersi. Può essere causato da un trauma o da microtraumi ripetuti, oppure il naturale invecchiamento delle cartilagini con degenerazione progressiva verso l'artrosi. La sintomatologia varia dalla rigidità articolare al vero e proprio dolore acuto; di solito l'alluce è molto dolente al mattino o dopo qualche attività fisica, anche modesta (ad esempio una passeggiata).
Nella fase conclusiva della patologia l'articolazione può essere completamente distrutta e divengono difficoltosi anche i movimenti più semplici, come infilare le scarpe o compiere pochi passi. Tutto questo può essere fonte di invalidità e ridurre notevolmente l'autonomia della persona.
Esistono tre principali tecniche chirurgiche in base all'età ed alla gravità della lesione.
Cheiloplastica: che consiste nella pulizia di tutti gli osteofiti che impediscono il movimento associata o meno all'osteotomia del metatarso e della 1° falange con tecnica mininvasiva percutanea, in modo da modificare l'orientamento delle superfici articolari ed evitare così il progressivo consumo delle superfici articolari.
Sostituzione protesica delle superfici articolari che ripristina una congruenza tra due superfici in avanzata degenerazione. Artrodesi della Metatarso-falangea, che impedisce lo sfregamento delle superfici articolari artrosiche. Nei casi più gravi di degenerazione artrosica della metatarso-falangea, si utilizzano delle protesi, che possono essere totali (che sostituiscono entrambi i capi articolari) o parziale sostituendo la porzione distale quindi la base della F1 oppure solo la porzione prossimale dell'articolazione, quindi la testa del 1° metatarso. La procedura che io preferisco quando possibile è la sostituzione della base della F1, con protesi metallica, oppure in casi particolari con uno spaziatore riassorbibile in due anni che permette di mantenere e migliorare la funzionalità dell'articolazione eliminando il dolore durante il cammino.

Alluce valgo

L'alluce valgo è una delle patologie più diffuse a carico del piede.
E' caratterizzato da una deformità del primo dito (l'alluce, appunto) che comporta una deviazione laterale della falange, con lussazione dei sesamoidi. In genere, questa deformità è accompagnata da una tumefazione dolente della parte interna del piede, la cosiddetta "cipolla", che altro non è che una forma di borsite, cioè di infiammazione da sfregamento con la calzatura. L'alluce valgo si associa talvolta al piede piatto, deformazioni al secondo e terzo dito, definiti " dito a martello". Il carico del piede non appropriato può provocare ulteriori conseguenze sulle articolazioni del retropiede e sulle ginocchia, sulle anche e sulla colonna vertebrale.
Nella donna l' alluce valgo è dieci volte più frequenta che nell'uomo, si può verificare dai 15 anni ai 60, in genere di età matura o senile diventa sintomatica, anche se è difficilmente tollerabile soprattutto nei casi di alluce valgo giovanile. Esistono circa 100 interventi diversi per la correzione dell'alluce valgo. Proprio l'alto numero di trattamenti proposti, rende conto delle difficoltà di ottenere dei risultati completi e stabili nel tempo.
A mio avviso la tecnica mininvasiva percutanea di correzione dell'alluce valgo, è attualmente quella più indicata, ad eccezione che nei casi molto gravi.
Tale tecnica ha trovato i primi utilizzi in America ed in Spagna, anch'io utilizzo tale tecnica da oltre 12 anni, dopo aver seguito uno stage in Spagna dal dottor De Prado, uno degli ideatori e perfezionatori della tecnica, altri stage in Francia ed in Italia, anche su cadavere per perfezionare sia la mia manualità sia soprattutto le indicazioni più appropriate.
La tecnica prevede mini incisioni, utilizzo di strumentario appropriato, controllo fluoroscopico durante l'intervento, assenza assoluta di mezzi di sintesi ed un bendaggio funzionale. Nonché deambulazione immediata subito dopo l'intervento con scarpa apposita per 35 giorni circa.

Dito a martello

E' una deformità delle dita del piede, con interessamento più comune del 2°, 3° e 4° dito (l'alluce è il 1°); tipicamente, il dito assume un aspetto curvo, che ricorda il martelletto del pianoforte, da cui deriva il nome; altre volte assume invece un aspetto ad "artiglio".
La causa è dovuta ad uno squilibrio dei muscoli del piede; la deformità può essere associata ad altre patologie, il piede cavo, l'alluce valgo, ecc.
Il dolore nasce dal conflitto della deformità con la calzatura, per cui si formano sul dorso del dito delle vistose e dolenti callosità, che nei casi più gravi possono ulcerarsi.
La correzione della deformità attraverso una serie di atti chirurgici che variano in base alla sua gravità: mediante la chirurgia mininvasiva percutanea consente la correzione della deformità attraverso una serie di atti chirurgici che variano in base alla sua gravità: sezione di tendini retratti che hanno perso la loro funzione, rimodellamento di salienze ossee anomale, osteotomie (piccole fratture dell'osso allo scopo di riallinearlo).
In ogni caso l'intervento dura pochi minuti, si esegue in anestesia locale. Se necessario, si esegue anche una piccola plastica cutanea asportando la cute in eccesso. Non si applicano di norma mezzi di sintesi ferri e la deambulazione è immediata con scarpa apposita, evitando ulteriori periodi di rieducazione funzionale al passo dopo periodo di utilizzo scarpa tipo Barouk, riducendo i tempi di guarigione. Si può guidare subito dopo l'intervento.

Metatarsalgia

La metatarsalgia è uno stato doloroso che colpisce le teste dei metatarsi ed è provocata dalla compressione del nervo plantare digitale o da problemi di sovraccarico in presenza di avampiede rotondo e convesso.
Da un punto di vista anatomico, l'avampiede rotondo e problemi ai legamenti dei metatarsi favoriscono le compressioni del nervo plantare digitale. In questi casi possono comparire anche neuromi e artrosi a carico dei metatarsi e delle falangi.
La metatarsalgia provoca bruciori oppure forti dolori intermittenti; la funzionalità e la sensibilità di avampiede e dita è ridotta e, nella fase acuta, risulta impossibile correre. Il trattamento di scelta delle metatarsalgie dei raggi laterali è la tecnica mininvasiva percutanea, che permette in anestesia locale, di correggere più raggi in pochi minuti, senza bisogno di utilizzo di ampie esposizioni tissutali, di mezzi di sintesi interna (che eventualmente necessitano di essere rimossi con un nuovo intervento chirurgico) e con la possibilità della concessione immediata del carico con scarpa apposita (si può guidare) e guarigione in 1 mese circa.

Neuroma di Morton e piede piatto

E' semplicemente l'aumento di volume di un nervo sensitivo interdigitale, solitamente quello passante nel terzo spazio intermetatarsale, provocato da uno stimolo irritativo cronico di natura meccanica, che causa la crescita di tessuto cicatriziale fibroso intorno al nervo stesso, subito prima della sua biforcazione alla radice delle dita. Il nervo ispessito trasmette tipiche sensazioni dolorose che danno nome a una sindrome che prende il suo nome da Thomas G. Morton.
Anche il termine neuroma è assolutamente improprio in quanto il suffisso "oma" indica una condizione tumorale del nervo, in questo caso assolutamente inesistente, trattandosi esattamente di una "fibrosi perineurale", cioè la formazione di tessuto cicatriziale fibroso causata dalla continua frizione sul nervo delle adiacenti ossa metatarsali e del legamento intermetatarsale profondo, che a livello del terzo spazio sono più mobili rispetto ad altre parti del piede.
Il trattamento conservativo è rappresentato da un infiltrazione con cortisone che può ridurre o risolvere l'irritazione.
In caso di recidiva del dolore o sua cronicizzazione si passa all'intervento chirurgico di asportazione, eseguito per via anteriore, in anestesia locale e con immediata concessione del carico.
E' una realtà piuttosto comune alla nascita: consiste nell'assenza anatomica dell'arco del piede. Conseguenza: tutta la pianta poggia a terra. Nel corso della prima infanzia, con il progressivo sviluppo degli archi attraverso la completa formazione dei muscoli e dei legamenti in sede plantare, si può talvolta avere una correzione naturale.
E' una delle deformità più comuni del piede caratterizzata dall' appiattimento della volta naturale del piede. Il risultato di questa alterazione è uno squilibrio che colpisce le piccole articolazioni del piede e l'articolazione della caviglia producendo uno stress meccanico che si traduce in precoce degenerazione articolare ed eventuale sintomatologia dolorosa. Si tratta di una condizione quasi sempre bilaterale, legata ad una predisposizione familiare. Nel corso della prima infanzia, con il progressivo sviluppo degli archi attraverso la completa formazione dei muscoli e dei legamenti in sede plantare, si può talvolta avere una correzione naturale. La diagnosi è clinica e radiologia.

Trattamento chirurgico di un bambino
Nei bambini diagnosi precoce a 5-7 anni con piede piatto funzionale dal 2° al 4° grado, con severa valgizzazione del retropiede che giungono all'osservazione: il trattamento di attesa è con plantare su misura, eseguito dal tecnico ortopedico, rinnovato ogni anno, da utilizzare per circa 9 mesi all'anno . Se all'età di 10 anni per le bimbe e 10-12 anni per i bambini non si è avuta una correzione della volta plantare, èsicuramente indicato il trattamento chirurgico. Questo consiste nell'introduzione di una semplice endortesi per via percutanea attraverso un forellino della cute, all'interno del seno del tarso.
L'introduzione pertanto di una vite ad incastro in questo spazio (artrorisi subastragalica), limita l' iper-pronazione impedendo lo scivolamento dell'astragalo sul calcagno. Tale correzione è inizialmente di natura meccanica ma successivamente assume una natura proprio recettiva, in quanto lo stimolo meccanico esercitato dalla vite a livello dei recettori presenti nei tessuti del seno del tarso stimola per via riflessa i muscoli deputati al mantenimento della volta la cui tensione viene adattata alla nuova situazione e perpetua la correzione anche dopo la rimozione della vite che generalmente avviene dopo tre anni. La durata dell'intervento è mediamente di 20 minuti per piede, può essere eseguita su entrambi i piedi e in anestesia locale con una piccola sedazione per evitare stress al piccolo paziente.
Nel decorso post-operatorio il bambino potrà deambulare liberamente su un gambaletto in resina oppure su walker per 30 giorni circa caricando liberamente. Alla rimozione della resina o del walker, il passo si normalizza e dopo due mesi dall'intervento il bambino e' libero di correre. Essendo una procedura mininvasiva rarissime sono le possibili complicazioni. Talora il dolore dopo sei mesi dall'intervento richiede la rimozione, senza nessun danno per le strutture muscolo scheletriche del piede e spesso senza recidiva.

Piede piatto e calcagno valgo o piede cavo e calcagno varo dell'adulto
Sono deformità strutturali dell'adulto che provocano dolore e limitazione della resistenza al carico ed alla deambulazione, dopo un tentativo di utilizzo di plantari ortopedici correttivi, il trattamento chirurgico di osteotomia calcaneale di varizzazione e cavizzazione nel calcagno valgo e di valgizzazione nel calcagno varo solitamente risolvono la sintomatologia algica.

Artrosi tibio-astragalica, astragalo-calcaneale astragalo-scafoidea, cuneo-metatarsale sono patologie degenerative del retropiede e mesopiede, che insorgono dopo fratture e traumi ripetuti o lesioni tendinee. Provocano dolore intenso e limitazione al carico e difficoltà ad indossare le scarpe, dopo tentativi di trattamento incruento.
L'intervento di artroprotesi della caviglia è attualmente quello indicato tenendo conto delle caratteristiche del paziente (età lavoro, peso ed abitudini sociali). La protesi di caviglia può dare maggiori complicanze rispetto all'artrodesi, ma sicuramente conservando la motilità della caviglia aumenta il grado di soddisfazione del paziente e le sue aspettative. L'artrodesi della caviglia oltre che intervento di salvataggio di interventi di protesi falliti è indicato solo in alcuni casi particolari in cui le caratteristiche del paziente escludono il trattamento con protesi. L'artrodesi bloccando la motilità della caviglia , risolve la sintomatologia dolorosa ma può provocare un effetto a catena sulle articolazioni a valle e raramente a monte dell'artrodesi, con una degenerazione anche di queste articolazioni.

Quinto dito varo

Questa deformità è rappresentata da una esostosi (protuberanza ossea) al livello della testa del 5° metatarso e la falange di quest'ultimo ruotata verso il 4° dito, con la presenza di una "borsa" infiammata che assomiglia a quella dell' alluce valgo.
In altre parole si verifica una torsione del quinto dito, che è simile al valgismo, tanto che viene definita "alluce valgo al contrario", o anche "bunionette" (callo del sarto). Tale patologia può provocare vivo dolore in corrispondenza della testa metatarsale con una ipercheratosi (callosità) plantare e laterale in corrispondenza della testa del quinto metatarso.
Il trattamento è sempre eseguito in mininvasiva e sempre risolutivo della patologia.imile a quello previsto per l'alluce valgo.